Venerdì 8 novembre 2024, alle ore 16.30, presso la Biblioteca Statale di Montevergine, si terrà il convegno “Le acque superficiali e sotterranee dell’Irpinia: una ricchezza da governare“. L’incontro, vedrà la partecipazione di esperti e autorità locali, con l’obiettivo di affrontare le sfide ambientali che minacciano questa preziosa risorsa.
Le acque sotterranee e superficiali dell’Irpinia costituiscono la maggiore ricchezza del territorio e il principale serbatoio idrico naturale dell’intero Mezzogiorno. Basta citare il nome Irpinia per rievocare le ingenti fonti idriche di Caposele, di Cassano Irpino e di Serino, da cui traggono alimentazione i più importanti acquedotti del meridione d’Italia.
Sulla base dell’attuale assetto infrastrutturale, le acque dell’Irpinia ricadono, infatti, al centro di un complesso sistema di interscambi idrici interregionali, per quanto concerne il comparto potabile ed irriguo. Eppure, le popolazioni irpine stanno vivendo l’alternarsi di fenomeni di siccità e di concentrazioni delle piogge, che insieme mettono in forse la certezza della disponibilità d’acqua ed espongono al rischio ricorrente di frane e alluvioni.
Uno dei maggiori motivi di preoccupazione degli enti gestori di acquedotti è il pericolo di depauperamento delle risorse idriche; depauperamento che può avvenire per cause naturali (ad esempio: minore alimentazione degli acquiferi e/o degli invasi, dovuta a diminuzione degli afflussi meteorologici) o per cause antropiche (ad esempio: emungimenti superiori ai quantitativi idrici di alimentazione; inquinamento delle acque, a cui segue necessariamente una minore disponibilità di risorsa).
L’acqua, da abbondante ricchezza, è diventata un problema che richiede risposte non più rinviabili anche in Irpinia. Come affrontarlo? Come mettersi nelle condizioni di prevenire il ripetersi di “emergenze naturali” ormai prevedibili? Il convegno intende mettere a disposizione un quadro accurato delle conoscenze in materia di risorse idriche. In particolare la scuola, essendo anche un centro di ricerca della realtà che la circonda, “il territorio”, deve diventare sempre di più il centro dell’azione didattica educativa finalizzata soprattutto alla salvaguardia delle tre matrici ambientali: Suolo, Acqua e Aria.