Comunicato stampa

 

Pubblicato sul sito web Sigea il volume

 

“Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione

 

efficace in un Paese fragile”

 

 

 

Da oggi è disponibile sul sito web della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea) (www.sigeaweb.it) il volume “Rischio sismico in Italia: analisi e prospettive per una prevenzione efficace in un Paese fragile”, supplemento digitale al trimestrale Geologia dell’Ambiente curato da Antonello Fiore e Vincent Ottaviani.

 

In questo volume – scrivono i curatori nella presentazione – con 41 articoli e oltre 300 pagine abbiamo voluto raccogliere i contributi dei massimi esperti in tema di rischio sismico con la consapevolezza che tanto ha fatto la ricerca italiana in questi ultimi 40 anni, affermandosi con i propri studi anche in ambito internazionale, ma che non tutto quello che è stato compreso è stato recepito dai decisori, dagli investitori e dalla popolazione; popolazione che di questa ricerca dovrebbe essere la prima a beneficiare.

 

Un progetto culturale quello di questo volume che rispecchia in pieno il ruolo della Sigea, associazione culturale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale che, nei suoi 26 anni di attività, ha fatto della promozione della cultura geologica uno dei sui principali obiettivi.

 

Con questo volume, che affronta in chiave interdisciplinare e multi settoriale uno dei rischi geologici più severi per la popolazione, l’edificato e i settori produttivi, abbiamo voluto mettere in primo piano la consapevolezza della forza degli studi e delle ricerche, per la prevenzione del rischio sismico, contro ogni forma di rassegnazione e fatalismo.

 

Sappiamo bene che il nostro Paese è insuperabile nella fase di emergenza, di primo soccorso alla popolazione, laddove occorra intervenire con immediatezza per salvare vite umane, dopo un evento calamitoso. In questi momenti emerge la solidarietà del nostro popolo, l’adeguatezza del sistema nazionale di protezione civile, la preparazione e la professionalità del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la generosità degli uomini e delle donne che operano sul campo e, in particolare, dei volontari delle associazioni di protezione civile.

 

Al di fuori della gestione dell’emergenza, però, ci troviamo a constatare una storica carenza, che è quella di non essere stati in grado di prevenire per tempo gli effetti del terremoto, di tradurre in politiche, in norme e regolamenti, in piani e programmi, in buone pratiche, le necessarie azioni, che avrebbero potuto evitare le morti e la distruzione di interi borghi, la perdita irreversibile di un patrimonio culturale, storico e architettonico, unico e di inestimabile valore.

 

Sicuramente nel nostro paese c’è una difficoltà nell’intervenire diffusamente ed efficacemente, per il miglioramento e per l’adeguamento sismico, sia a causa della elevata pericolosità sismica del nostro territorio, sia a causa dell’enormità del patrimonio edilizio e, in particolare, di quello storico. L’Italia è costellata di magnifici centri e borghi storici, che sono realizzati in pietra naturale, spesso con muratura di qualità scadente, adagiati e integrati in un paesaggio articolato, la cui bellezza è legata alla evoluzione dinamica, geologica e geomorfologica, dello stesso.

 

A maggior ragione occorre perseguire con decisione una politica di intervento, finalizzato al significativo incremento delle condizioni di sicurezza dal punto di vista sismico e questo volume vuole dare, in tale direzione, uno stimolante contributo.

 

Dopo gli eventi sismici di questi ultimi anni si è assistito a repentini adeguamenti delle normative tecniche in materia di costruzioni in zone sismiche, che fondano molte delle loro certezze sui calcoli probabilistici, più che sul rilevamento, sulle indagini e prove, sul progetto, sul buon senso, sulla capacità di realizzare le opere a regola d’arte. I modelli di calcolo, che sono indispensabili, non potranno sostituire un buon progetto ma solo avere una funzione confermativa dello stesso.

 

Il volume ha la finalità di fornire lo stato dell’arte sugli studi condotti in questi anni in Italia ed è articolato per comodità di lettura in cinque capitoli:

 

Terremoti e società

 

Il ruolo delle istituzioni

 

La ricerca sui terremoti in Italia: metodi e prospettive

 

Terremoti e maremoti in Italia: casi di studio

 

Dalla gestione delle emergenze alla ricostruzione.

 

La lettura degli articoli contenuti in questo volume vi permetterà di analizzare e riflettere su quella che è la storia sismica del nostro paese, su quello che stiamo facendo, su quello che difficilmente potremo fare e, purtroppo, su quello che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto. Troverete in ogni articolo riferimenti a ricerche passate, ma anche attività recenti e spunti di riflessione per una gestione auspicabile del rischio sismico in Italia che, come richiama il titolo del volume, ha bisogno di analisi e prospettive per una prevenzione efficace in quello che è un “Paese fragile”.

 

Un “Paese fragile” la cui fragilità è messa a nudo ed evidenziata da ogni evento sismico che lo colpisce, dal nord al sud. I terremoti che si susseguono nel nostro Paese sottraggano vite alla loro esistenza, spengono i sogni e affievoliscono le speranze alla gente che li subisce, creano ripercussioni a lungo termine sulla ripresa socio economica delle popolazioni colpite.

 

Nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante, anche grazie all’innovazione tecnologica di questi ultimi anni, nella comprensione e interpretazione dei fenomeni sismici e nel fornire prospettive e soluzioni da applicare, la società italiana resta imbrigliata in un estenuante dibattito su temi ricorrenti, quali il modello di ricostruzione (centrale ovvero locale) e se si debba ricostruire dov’era com’era, ovvero delocalizzare altrove gli abitati distrutti.

 

Si tratta certamente di temi fondamentali, da valutare di volta in volta, perché non esiste un modello unico, valido per tutti i luoghi e per tutte le funzioni.

 

Probabilmente andrebbe standardizzato un approccio pianificatorio, che riesca a coniugare tutte le valutazioni di carattere urbanistico ed edilizio, socio economico, ambientale e paesaggistico, geologico, sismico, geomorfologico e idraulico. Se è di tutta evidenza la necessità di partecipare le scelte con le popolazioni coinvolte, tenendo conto della loro storia ed esigenze, ancora più rilevante è conoscere preventivamente la reale sismicità del luogo, la presenza di aree suscettibili di amplificazioni sismiche, l’ubicazione di faglie attive e capaci, il rischio di liquefazione dei terreni di fondazione, il rischio di coinvolgimento degli abitati e delle infrastrutture da parte di frane sismo indotte, o a causa del crollo di cavità sotterranee, il rischio di fenomeni di risonanza sismica, laddove la frequenza di oscillazione del terreno sia compatibile con quella degli edifici.

 

In conclusione, abbiamo compreso senza equivoci che in Italia le case che crollano per effetto dei terremoti, che uccidono bambini, donne, uomini, animali, sono state costruite in aree conclamate sismiche, spesso con tecniche costruttive inadeguate per resistere allo scuotimento sismico, dove è necessario indagare per conoscere nel dettaglio, sito per sito ed edificio per edifico (sia pubblico che privato), gli effetti al suolo delle onde sismiche.

 

Nell’augurarvi buona lettura e nella speranza che vogliate continuare a seguire e sostenere le iniziative della Sigea, auspichiamo che un giorno la comunità scientifica italiana, e la Sigea con essa, possa trovare le giuste soddisfazioni e poter gioire per decisori in grado di abilitarsi, nell’interesse comune, al nobile ruolo della politica.